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Costruiamo un'ospitalità che duri nel tempo.

Martino Ljuljdjuraj

Formazione di leadership e personale

Come far crescere una squadra che profuma di tradizione ma ragiona da futuro

In hotel il “brand” non è il logo: è chi ti apre la porta, chi impiatta bene, chi risolve un problema alle 22:37. Per questo la formazione non è un corso: è la cultura quotidiana con cui alleni le persone a fare le cose giuste, al momento giusto, con il sorriso giusto.

Di seguito il mio approccio – nato tra reception, cucina e sala – per trasformare valori di famiglia in processi moderni, capaci di parlare a tutte le generazioni.


  1. Tradizione ≠ nostalgia: farla diventare metodo

La tradizione dà senso; il metodo dà ritmo.

Tradizione (valori): accoglienza, cura del dettaglio, rispetto del territorio.
Metodo (strumenti):

  • SOP semplici (1 pagina, niente gergo): come si fa check-in, come si allestisce un buffet, come si gestisce un reclamo.

  • Rituali: saluto di benvenuto, piccolo assaggio locale al check-in, racconto di 30 secondi sulla storia della casa.

  • Standard visivi: foto “prima/dopo” di camera, buffet, mise en place. Più immediati di mille parole.

Obiettivo: rendere la tradizione replicabile anche quando cambia il personale.


  1. Squadra multigenerazionale: far funzionare i linguaggi

Baby Boomer, Gen X, Millennial, Gen Z: stesse regole, canali diversi.

  • Brief di 10 minuti a inizio turno: in piedi, chiaro, tre punti (oggi/attenzioni/chi fa cosa).

  • Checklist in bacheca per chi ama il cartaceo + gruppo messaggi per aggiornamenti flash.

  • Tutorial micro-video (30–60 sec) per manovre ricorrenti (un montaggio, un impiattato, un pass).

  • Mentoring a coppie: senior + junior insieme nei picchi; il sapere passa mentre si lavora.


  1. Il mio metodo “CARE” per formare davvero

(CARE = Chiarire, Allineare, Rendere facile, Elevare)

  • Chiarire: aspettative e standard (procedure semplici, foto di riferimento, tempi).

  • Allineare: far lavorare insieme i reparti (reception–piani–ristorazione) con un’unica regia.

  • Rendere facile: strumenti giusti, percorsi logici, scorte a portata di mano.

  • Elevare: feedback rapidi, celebrare le piccole vittorie, far crescere i ruoli.


  1. Onboarding 30-60-90: il piano che evita il “ti arrangi”

Primi 30 giorniImparo a fare bene le basi

  • Affiancamento, SOP, 3 micro-obiettivi misurabili (tempi, ordine, cortesia).

Giorni 31-60Divento autonomo

  • Rotazione postazioni, 1 mini-progetto (es. migliorare la colazione bambini), primo feedback 1:1.

Giorni 61-90Contribuisco alla squadra

  • Formo un collega nuovo su un task, propongo una piccola idea da testare.


  1. Commenti che motivano (senza fare il “capo col fiato sul collo”)
  • Regola 3×3: tre cose riuscite bene + tre suggerimenti concreti su cosa migliorare.

  • Confronto di fine turno (5 minuti): cosa teniamo uguale e cosa cambiamo domani.

  • Sondaggio interno, una domanda al mese: “Consiglieresti a un amico di lavorare qui?”. Serve a misurare il clima di lavoro, non solo i numeri di vendita.

  1. Giovani: come trattenerli (non solo “trovarli”)


  • Turni umani (pause vere; rotazione tra compiti front e back).

  • Percorso di crescita chiaro: da commis a capopartita, da addetto front a shift leader—con tappe e competenze.

  • Formazione pagata dal brand (micro-corsi interni + 1 corso esterno/anno).

  • Riconoscimenti pubblici: il grazie davanti al team vale quanto un bonus.


  1. Valori in pratica: un esempio

Valore: “Accoglienza di casa”.

Come si traduce nel quotidiano: entro 3 minuti dall’arrivo l’ospite riceve

  • un saluto per nome,

  • una proposta gentile (acqua, caffè, piccolo assaggio del territorio),

  • una mappa con tre consigli scritti da noi.

Come capiamo se funziona:

  • Tempo medio di check-in più rapido,

  • recensioni che citano l’“accoglienza”,

  • più ospiti che accettano una proposta aggiuntiva (es. calice, esperienza locale, camera con vista).


  1. Strumenti di lavoro pronti all’uso Promemoria “Servizio cena – 45 minuti prima”

Allestimento tavoli (foto di riferimento).

  • Banco di servizio pronto (pinze, mestoli, panni puliti).

  • Allergeni: elenco stampato / codice QR aggiornato.

  • Tavolo bambini: stoviglie resistenti, sughi “salva camicia”.

  • Angolo del territorio: un piatto locale raccontato in 30 secondi.

Frasi di cortesia pronte

  • Se c’è un problema:
    “Capisco perfettamente. Le propongo due soluzioni subito; se preferisce, troviamo insieme una terza.”

  • Per una proposta aggiuntiva (onesta):
    “Abbiamo anche una versione con prodotto locale che piace molto: costa X in più. Le va di provarla?”


Martino Ljuljdjuraj